CAFFÈ FERNANDA

Gen 23, 2019 | Home Styling

Prendere un caffè al museo? si certo, si può.

Ieri gita fuoriporta a Milano e tra i luoghi da vedere avevo inserito questo bar inaugurato da poco all’interno della Pinacoteca di Brera. Sicuramente non il solito luogo dove fare una pausa, soprattutto perché esso è parte integrante del museo ed è stato pensato proprio come una prosecuzione del percorso espositivo museale. Il direttore della Pinacoteca è estremamente convinto che il caffè così come il gift shop, le audioguide, i cataloghi, debbano essere parte del museo perché contribuiscono alla sua identità. Una tendenza che si sta diffondendo sempre più nell’ambiente museale.

Ma chi è Fernanda? Fernanda Wittgens è stata la prima donna direttrice di un museo in Italia e grazie a lei la Pinacoteca di Brera venne riaperta negli anni ‘50.

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http://www.trace-ta-route.com/musee-pinacotheque-brera-milan-italie/

Come ci si arriva a questo Caffè ve lo spiego subito. L’ingresso al Palazzo di Brera, in via Brera 28, fa da sipario alla Pinacoteca e alla caffetteria stessa. Entrando si viene abbracciati e storditi dalla maestosità del cortile interno, in fondo una grande scalinata porta alla Pinacoteca, recentemente riallestita nei colori e nelle didascalie. Caffè Fernanda si trova al primo piano, a sinistra e vi si può accedere dall’ esterno, oppure dall’ingresso della Pinacoteca stessa (senza dover fare il biglietto), oppure ancora come tappa finale del percorso museale attraverso una porta a vetri. È proprio da quella porta vetrata che, seduta al tavolino del bar Fernanda, ho potuto intravedere Il bacio di Hayez esposto nell’ultima sala, una meraviglia. La caffetteria è sicuramente un elemento di riconnessione tra la città di Milano così moderna, dinamica e cosmopolita e il museo, simbolo del passato e della nostra storia.

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Ha indubbiamente l’aria di una caffetteria di lusso, elegante, con pochi tavoli, alti soffitti e un grande bancone posto proprio sotto una predominante tela seicentesca del Damini. Le opere d’arte e le sculture sono parte integrante del bar e devo dire che questo fa un certo effetto: essere seduta a bere un caffè in un posto così carico di storia e di arte, essere così vicina da poter quasi toccare opere del passato mentre si sorseggia un cocktail fa sicuramente sentire di stare in un posto speciale. Non abbiate timore però, non bisogna essere per forza vestiti eleganti per poter entrare a Caffè Fernanda, mentre ero lì con il mio caffe e tre amici ho visto persone di ogni età, razza e stile, scolaresche al bancone, ragazzi al tavolino davanti al loro pc, signorotti e ‘sciure’ davanti a un the e famiglie che facevano merenda con dei meravigliosi dolcetti. Io sono andata di pomeriggio, ma potete fare un salto per una colazione, un pasto leggero o un aperitivo. Il caffè costa 2 € al bancone o 2,2€ al tavolo, i cocktail 5€ oppure 8€ da seduti.

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Il progetto di rgastudio ha preso ispirazione proprio dagli anni ’50 e dal nuovo layout della Pinacoteca, riproponendone colori e materiali. Le pareti sono di un intenso blu ottanio che con eleganza contrasta con il bianco marmo del monumento funebre di Appiani con il bassorilievo delle Le tre Grazie di Thorvaldsen, ma al tempo stesso abbraccia, i pavimenti marmorei color pesca e le cornici in marmo rosso Lepanto, recuperati dal progetto di Piero Portaluppi (architetto di inizio ‘900).  Non so se questo ottanio mi convince del tutto, sicuramente è una tinta di forte personalità, distintiva e elegante, in linea con il carattere di questa caffetteria. Riesce sicuramente a focalizzare l’attenzione, forse troppo?

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Non immaginatevi un caffè di grandi dimensioni, vi sono pochi tavolini e alti soffitti che rendono l’ambiente raffinato e accogliente. Entrando l’occhio cade sul bancone, sia per la sua posizione sotto quella gigantesca tela seicentesca, sia per le dimensioni rispetto la sala. Esso ricorda i mobili in legno a coste degli anni ’50, ma stravolgendone e invertendone le proporzioni. Il frontale è costituito da aste semicircolari in noce canaletto, il tutto sormontato da un sottile piano in ottone anticato dai bordi arrotondati. Lo stesso ottone si ritrova, più sottile, come cornice del grande specchio della bottigliera.

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Ottone anche negli arredi, nei tavolini del bar con ripiano in noce oppure nelle poltroncine avvolgenti rosa antico antistanti alle sedute modulari color castagna posizionate sotto le grandi finestre luminose. Al centro della sala invece le sedute sono più snelle, in legno massello. Tutti gli arredi sono firmati Pedrali, i materiali utilizzati sono i medesimi in tutta la sala in modo da uniformare la percezione dello spazio e non essere un elemento di disturbo per la visione delle opere.

Pedrali
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Altro aspetto non facile da progettare è stata sicuramente la luce, piccoli proiettori LED sono stati montati su binari che seguono l’orditura delle travi in gesso esistenti, tutto rigorosamente bianco e riservato. L’illuminazione si mimetizza perfettamente con l’ambiente e rimane dietro le quinte.

Vi è anche uno spazio esterno con una vista stupenda sul cortile di Palazzo Brera dove si alternano tavoli e sedie in acciaio, dai profili sottili, nei toni dei grigi chiari e degli azzurri pastello chiarissimi per meglio mimetizzarsi con il contesto e non disturbare l’architettura in cui si inseriscono.

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https://www.archilovers.com/projects/242887/gallery?2323111

Se siete a Milano potreste fare un salto a vedere dal vivo Caffe Fernanda, anche solo per respirare un’aria diversa, un’eleganza anni ’50 e sedervi anche solo 10 minuti tra opere d’arte importanti. Un modo diverso per apprezzarle, non solo attraverso un percorso museale, come siamo soliti fare, ma anche semplicemente seduti difronte a una bevanda.

LUOGO: Pinacoteca di Brera, via Brera 28, Milano

INTERIOR DESIGN: http://www.rgastudio.it/

PROGETTO ILLUMINOTECNICO: http://www.hi-lite.it/

ARREDI: https://www.pedrali.it/it/http://www.ciamweb.it/

CLIENTE: https://pinacotecabrera.org/ e http://www.fabbro-spa.it/

FOTO: http://www.michelenastasi.com/ da https://www.urdesignmag.com/

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